La prima foglia lavoro fotografico di Cesare Di Cola
La prima foglia

GIANCARLO PONTIGGIA
Prefazione in Cesare Di Cola, La prima foglia, Editrice Quinlan, San Severino Marche 2024

«[...] Al centro di ogni immagine, in ogni caso, è una relazione, che è quella – antica come l’uomo – tra l’essere dello sguardo e quello del mondo. Una relazione che nasce però al confine tra due forme del nostro sentire: l’autore di queste immagini è il poeta che si abbandona all’energia emotiva di ciò in cui si imbatte, e insieme colui che ha scelto ciò che voleva incontrare, che già in qualche modo sapeva ciò che avrebbe veduto, o voluto vedere. "Oggetti dimenticati", che "attirano allo scavo, alla scoperta" (Pusterla), e che rivelano, nel loro oscillare tra tempi diversi e lontani, la legge della vita e della morte, terribile e necessaria. Oppure, oggetti che si nascondono, e che sembrano parlare per enigmi, come suggerisce (in una versione laica del pensiero paolino) una poesia del giovanissimo Magrelli [...]»

ROBERTO SALBITANI
Introduzione in Cesare Di Cola, La prima foglia, Editrice Quinlan, San Severino Marche 2024

«[...] Il tipo di sequenza che Di Cola ha inanellato non la accolgo come una narrazione nel senso tradizionale del termine: la esploro come una successione di frammenti di cose e luoghi vissuti, di soggetti riportati al presente della sua visione dopo gli utilizzi e gli abbandoni a cui ci destina la vita. È come se l’uomo ritornasse indietro nel tempo per riflettere su quel decisivo periodo della sua vita e per tentare di estrarne, immagino, un senso più compiuto. In una disposizione d’animo come trasognata, egli rivede e ripensa quel tempo e i sentimenti che lo attraversavano, e per cercare di visualizzarlo alla luce del nuovo presente ricorre a dei procedimenti tecnici che privilegiano le trasparenze e gli sdoppiamenti, meglio, gli slittamenti di immagine, per farcelo riapparire, questo suo mondo, il più possibile leggero, appena appena percepito nonostante sia già come chiuso nello scrigno della memoria [...]»